giovedì

Gombrowicz e l’immaturità

Convegno internazionale su Witold Gombrowicz, Cracovia, 25 marzo 2004

In un appunto risalente al 1941, il filosofo polacco rifugiatosi in Francia, Boleslaw Micinski, notava con grande lucidità:
"Se dovessi definire con una parola la cultura di prima della guerra, direi infantilismo. Non soltanto la crudeltà che riguarda il fanciullo. Ma il dadaismo, il surrealismo, i disegni infantili ‘ufficiali’ le caricature che imitano i disegni dei bambini e le riviste infantilizzanti. Quello è stato il periodo della cultura infantile".
Witold Gombrowicz era stato il primo ad accorgersi che l’immaturità è la malattia del Novecento, che il segno della modernità non era la crescita o il progresso umano, ma al contrario il rifiuto di crescere. L'immaturità non poteva, del resto, che venir "anticipata" in uno dei più immaturi paesi d'Europa: la Polonia del periodo tra le due guerre. Così Gombrowicz ricordava la sua giovinezza in un paese da operetta e immaturo: (continua)

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